Affiliation:
1. Harvard University, USA
Abstract
Il gesto di tracciare una mappa è atto di ordinamento cognitivo e di organizzazione dell’immaginazione, ma è anche atto fondante dell’identità e del suo posizionamento in relazione ai luoghi. Il saggio rintraccia le dinamiche affettive del vissuto della scrittrice italo-somala Igiaba Scego nella struttura di un libro – La mia casa è dove sono (2010) – pensato come mappa di due luoghi in dialogo l’uno con l’altro, Roma e Mogadiscio, fra memoria individuale ed epos familiare, fra scrittura autobiografica e narrazione orale, fra genealogia femminile e soggettività nomade, fra ex impero ed ex colonia, in senso letterale e in senso esistenziale. Tuttavia, il progetto benjaminiano di una mappa del vissuto di Igiaba si accompagna alla sua ironia e alla sua saudade, a un’appartenenza italiana che va dalla letteratura al calcio, e a un’appartenenza somala che non cessa di ricordare al pubblico italiano i crimini coloniali dell’età fascista e l’ancor più criminale amnesia che è seguita loro. Memorie auratiche e memorie funebri di Mogadiscio traspaiono dietro le sagome di monumenti e luoghi mitici di Roma, dal teatro Sistina all’elefantino del Bernini, dalla stele di Axum alla stazione Termini, in una condizione che va dalla diaspora alla rivendicazione di un’identità ibrida e in movimento, dove la mappa è luogo ma è anche, soprattutto, corpo.
Subject
Literature and Literary Theory,Linguistics and Language,Language and Linguistics,Cultural Studies
Cited by
3 articles.
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