Affiliation:
1. Università di Nankai, Tianjin, Cina
Abstract
Nel contesto dell’attuale dibattito su post-truth ed epistemic crisis, l’ affect può svolgere il ruolo di “ancora di salvataggio” del vero e dell’io. Esso, tuttavia, non deve essere inteso in chiave esclusivamente psicologica, ma come luogo di negoziazione critica e riflessiva dei confini che regolano i rapporti tra la sfera soggettiva e quella oggettiva dell’esperienza. Da qualche anno, infatti, il filosofo italiano Tonino Griffero svolge, a partire da una riconsiderazione della “nuova fenomenologia” di Hermann Schmitz, la messa a punto del concetto spaziale di “atmosfera” per combinarlo con quello di affect. Il tentativo di Griffero è proprio di dire, con quel grado di precisione che è concessa, la vaghezza del vero e del reale lasciataci in eredità dal post-moderno, in modo da superane l’ impasse, di cui post-truth ed epistemic crisis sono l’esito più evidente. Non è un caso che uno scrittore e poeta italiano come Marino Moretti, solitamente associato alla descrizione di “atmosfere” crepuscolari, possa oggi essere letto in una nuova chiave, non sentimentale né esclusivamente psicologica (come è accaduto, ad esempio, anche per Amelia Rosselli), ovvero in una maniera che lo collochi non ai margini del decadentismo europeo, ma sul crinale di una crisi modernista della modernità (Luigi Pirandello, Aldo Palazzeschi), che ha più d’una somiglianza con quella che attraversiamo oggi.