Abstract
Okinawa è un contesto privilegiato per lo studio del conflitto sociale e politico. Una composita "comunità di protesta" agisce per la rimozione delle basi militari statunitensi, presenti nella prefettura meridionale giapponese fin dal secondo dopoguerra. La lotta antimilitarista si esprime da un lato attraverso alcune strategie classiche di protesta, come sit-in e petizioni, e dall'altro articolando a livello simbolico una contro-narrazione che fornisce una peculiare interpretazione dei fatti sociali e storici. Questo repertorio simbolico, che riunisce immagini, idee, canzoni e storie, produce unità in un insieme di gruppi che, di fatto, sono frammentati e differenziati. I simboli stessi, grazie all'ambiguità semantica che li sottende, stimolano il processo di costruzione di un'identità collettiva, che altrimenti non potrebbe superare la radicale varietà di interessi, motivazioni e significati tra gruppi e individui, spingendoli ad agire insieme.