Abstract
Questo contributo prende in considerazione uno dei fenomeni più trasversali a numerose lingue, antiche e moderne: la designazione delle diverse parti di un vaso con lo stesso lessico impiegato per le parti del corpo umano.
Il lavoro si concentra su quattro tra le lingue moderne più utilizzate nella bibliografia archeologica (italiano, inglese, francese e tedesco) e sulle due lingue classiche per eccellenza (greco e latino), offrendo una panoramica del lessico utilizzato e delle metafore o figure retoriche che nel mondo antico e moderno includono la figura del vaso e le sue parti. In un secondo momento vengono presentati dei casi studio relativi, a loro volta, all’antichità e alla contemporaneità: da un lato, l’associazione dei vasi al corpo umano nella Grecia arcaica e il caso dei canopi etruschi; dall’altro, gli esempi straordinari di produzione di vasi antropomorfi o di assimilazione completa nel trattamento superficiale tra ceramica e corpo umano di alcune popolazioni centro-africane (Yungur, Mafa e Bulahay). A conclusione di questo articolo vengono proposte alcune ipotesi interpretative del fenomeno, i cui elementi fondativi possono essere ritrovati sia in alcuni racconti cosmogonici tipici del mondo antico, sia negli studi di linguistica cognitiva degli ultimi decenni.