Abstract
Nel V libro del suo romanzo, Achille Tazio descrive dettagliatamente un quadro che rappresenta il mito di Procne, Filomela e Tereo. Molti studiosi hanno ipotizzato un possibile rapporto con il Tereo di Sofocle, il dramma che nell’antichità ebbe importanza fondamentale per la conoscenza della vicenda. Il presente contributo ridiscute l’intero problema, focalizzandosi soprattutto su due punti. 1) L’ekphrasis di Achille Tazio dà una rappresentazione molto vivida della scena del riconoscimento: con la sua enfasi sull’azione agita, come se i personaggi fossero impegnati in una performance, il dettato del testo evoca chiaramente un contesto teatrale. 2) Negli anni di Sofocle si può ritenere che gli Ateniesi collegassero il mito di Procne e Filomela non solo con l’immagine dell’uccisione di Iti e del banchetto antropofagico (temi molto praticati dai ceramografi), ma anche con la scena del “peplo parlante”, che era riprodotta nelle metope del Partenone. Questa era probabilmente la “scena madre” del Tereo di Sofocle, un drammaturgo molto sensibile alle suggestioni iconografiche. Achille Tazio, che aveva accesso al testo completo del dramma sofocleo, compose la sua ekphrasis avendo negli occhi questa scena.
Publisher
Universidad Nacional de La Plata
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