Abstract
A causa della pandemia di Covid-19, in molti paesi, le mascherine facciali sono state rese obbligatorie in ambienti chiusi per prevenire l'infezione e sono state adottate da molti analisti per proseguire il lavoro terapeutico "in presenza". Questo articolo analizza gli effetti del loro utilizzo nell'ambito della psicoterapia a orientamento analitico. Dopo avere intervistato 305 persone (163 analisti e 142 pazienti) impegnate in trattamenti psicoterapeutici vis à vis, si è rilevato che l'utilizzo delle mascherine in analisi è stato un evento sicuramente significativo ma meno impattante di quanto si pensi. Le terapie analitiche, nei vissuti di pazienti e analisti, hanno mostrato una certa resilienza sopportando un cambiamento di setting così improvviso e perturbante grazie a fattori peculiari quali l'investimento nella relazione terapeutica, l'attenzione alla comunicazione inconscia e la considerazione nello scambio terapeutico della dimensione simbolica. L'approccio relazionale in analisi si conferma di grande utilità clinica e la relazione terapeutica elemento protettivo oltre che di cura. La terapia online, inoltre, si definisce, in questo studio, come terapia di seconda scelta rispetto alla terapia in presenza anche quando la coppia analitica è costretta a stare in stanza di analisi con il viso parzialmente coperto dalle mascherine.