Author:
Peciccia Maurizio,Ambrosecchia Marianna,Buratta Livia,Germani Alessandro,Mazzeschi Claudia,Gallese Vittorio
Abstract
Alcune persone con diagnosi di schizofrenia mostrano un'alterazione del senso di Sé. Da una prospettiva psicodinamica, si è ipotizzato che abbiano disturbi dell'integrazione dei processi di identificazione e differenziazione del Sé/altro. Da un punto di vista neuroscientifico, alcuni pazienti con diagnosi di schizofrenia pre-sentano disfunzioni nei correlati neurali sia della rappresentazione del Sé differen-ziato dall'altro sia del Sé unito all'altro. La letteratura scientifica sottolinea l'importanza delle interazioni affettive sensori-motorie durante la prima infanzia tra il caregiver e l'infante nel processo di svilup-po del Sé e di protezione dei suoi confini. In particolare, sono stati condotti studi sul tatto affiliativo che agisce a diversi livelli, svolgendo una funzione antistress, defi-nendo i confini tra Sé e l'altro, promuovendo il senso di appartenenza sociale, facilitando i processi di embodiment e bilanciando il sistema specchio nel processo di differenziazione e identificazione tra Sé e l'altro. L'introduzione di interazioni cu-tanee basate sul tatto affiliativo sembra pertanto rappresentare un aspetto signifi-cativo della psicoterapia delle psicosi, come suggerito da alcuni pionieri del trat-tamento psicoanalitico delle psicosi. Sulla base di queste fondamenta teoriche, abbiamo sviluppato un innovativo approccio noto come Terapia Amniotica, che fa uso del tocco affiliativo. Questa tera-pia mira a replicare le interazioni affettivo-tattili tra il genitore e il neonato, specifiche della prima infanzia, e ha come obiettivo l'integrazione dei processi di diffe-renziazione e identificazione. In questo articolo, condivideremo i risultati di una ricerca condotta nell'arco di tre anni, centrata su un paziente affetto da psicosi, coinvolto in uno studio sperimentale incentrato sulla Terapia Amniotica. I risultati emersi dall'indagine hanno mostrato un notevole miglioramento dell'interocezione e del funzionamento complessivo del paziente, accompagnato da una significativa riduzione dei sintomi positivi della psicosi. Questo suggerisce che la Terapia Amniotica possa contribuire al potenzia-mento dei confini del Sé del paziente e all'integrazione dei processi di identificazio-ne e differenziazione.