Abstract
Attraverso l'analisi dei fumetti prodotti durante gli anni Cinquanta dai settimanali per giovani "Pioniere" e "Il Vittorioso", il contribuito ricostruisce alcune originali pratiche visuali dei cattolici e dei comunisti italiani, approfondendo il loro uso a fi ni educativi e identitari. In particolare, vengono indagati gli schemi proposti al pubblico per interpretare le accelerazioni tecniche e scientifi che della Guerra fredda. Così facendo, l'articolo considera i settimanali a fumetti in quanto strumenti della diplomazia culturale, e indaga più in generale il dialogo di questi materiali a stampa con le culture visuali e mediali della comunicazione politica italiana.
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