Abstract
Curare i pazienti affetti da disturbo neurocognitivo rappresenta una sfida ardua che ciascun clinico tenta di affrontare. La Demenza mostra una complessa varietà di sovrapposizione di sintomi, che vanno dalla neurologia alla psichiatria, il che rende difficile inquadrare i pazienti e la loro fenomenologia in una rigida separazione di branche mediche. La sua espansione epidemiologica costringe i medici a riconsiderare la maniera in cui pensano, non già al solo soggetto demente, ma al soggetto stesso, preso nel dispositivo medico di cura. Pertanto, verranno qui discussi 1) lo statuto del soggetto, 2) il ruolo potenziale della psicoanalisi nell'affrontare i sintomi neuropsichiatrici e 3) alcune considerazioni sulla relazione terapeutica, che rappresentano punti oscuri di resistenza quando si abbia a che fare con il fenomeno disturbo neurocognitivo. Lo scopo di questo articolo è proprio quello di illuminare queste zone d'ombra con la lente della psicoanalisi lacaniana, intesa come un prezioso strumento per prevenire inevitabili pratiche di desoggettivazione.