1. Per queste due variabili non cresce tanto la
percentuale di chi risponde «poco» o «per niente» quanto quella di chi
risponde «Non so». Ma quest'ultima risposta non pare meno significativa,
poiché implica che più la campagna procede, maggiore è il numero di
intervistati scettici (o che non si sentono di esprimere un giudizio)
sulle qualità morali dei due candidati. In merito a questo fenomeno
speficifico, pare lecito intravedere una conseguenza della strategia di
negative campaigning messe in atto da entrambi i
candidati.
2. Le tendenze rilevate nel corso della campagna
elettorale dall'insieme degli istituti di sondaggi apparivano
complessivamente contraddittorie, non permettendo di identificare un
primato certo per uno dei due candidati, e indicando appunto una
situazione di sostanziale equilibrio fra essi.
3. La variabile «interesse per la politica» risulta
infatti essere - dalle verifiche eseguite fra quelle disponibili - il
più importante fra i possibili indicatori di quella che nell'approccio
«cognitivista» della scienza politica americana è definita
«sofisticazione» politica. Nella sua accezione più ampia, il concetto di
sofisticazione racchiude un insieme di variabili che vanno dal grado
d'istruzione al livello di coinvolgimento per le issues, passando dal
grado di esposizione all'informazione politica e dal livello di
conoscenza fattuale della politica stessa.
4. La variabile rappresentata dal «voto da 1 a 10» ad un
uomo politico può essere definita indefferentemente - anche se non
sempre altrettanto propriamente - grado di popolarità o di
apprezzamento, indice di gradimento, termometro di
simpatia.