Abstract
DOV'ERA LA PORTA ROMANULA?Nel corso dell'articolo ‘The Scalae (ex Graecae) above the Nova Via’, Papers of the British School at Rome 74 (2006), 237–91, Henry Hurst ha posto l'attenzione su una ‘presunta struttura muraria spoliata, collocata entro un taglio del substrato sterile’ che egli cautamente suggerisce ‘potrebbe essersi originata come parte della Porta Romanula all'interno delle fortificazioni palatine ‘romulee’’ (pp. 241, 243). Il suggerimento è basato sul ‘consensus’ che la Porta Romanula, cui fa riferimento Varrone, era situata ‘all'angolo nord-ovest del Palatino nelle vicinanze del presente sito’ (p. 274). Cio che Varrone realmente dice è che la Porta Romanula era situata vicino a due siti nel Velabrum, in qualche modo legata all'uscita alla noua uia, e che il Velabrum era stato una volta uno sbarco per il traghetto dall'Aventino. Il supposto consensus implica che i traghetti dall'Aventino di cui parla Varrone approdavano presso il vicino Tempio di Vesta, il che è altamente improbabile. Nel presente articolo si argomenta (a) che il Velabrum era un toponimo specifico sul la strada che andava dal Foro al Circo Massimo (l'area di San Giorgio in Velabro), (b) che la narrazione del percorso di Otho dal Tempio di Apollo al milliarium aureum nel 69 d.C. non offre nessun supporto alla teoria del consensus, e pertanto (c) che non c'è nessuna ragione per supporre che la struttura spoliata di Hurst avesse qualcosa a che vedere con la Porta Romanula.
Publisher
Cambridge University Press (CUP)
Subject
Archaeology,History,Visual Arts and Performing Arts,Archaeology