1. E’ stato tralasciato l’esame di perle ottenute con cationi più rari e di uso meno comune (tungsteno, titanio, molibdeno, ecc.) e di perle ottenute con cationi che danno colorazioni poco evidenti (per es. ferro).
2. Per tale operazione conviene tener fermo il filo di platino con la perla su di un appoggio, ad evitare ogni scossa che possa far cadere la goccia di liquido.
3. Conviene spostare la fiamma, senza muovere il filo di platino.
4. Emich consiglia di esaminare le perle molto debolmente colorate immergendole in acqua o in xilolo ed osservandole a debole ingrandimento (cfr.Emich, Mikrochemisches Praktikum, München, 1931), pag. 90. Il medesimo Autore (l. c.) consiglia di eseguire le perle scaldando il borace, sul filo di platino, fino a quando esso schiumeggia e rigonfia e fare assorbire la goccia del soluto in esame dalla schiuma del borace, portando poi alla fiamma.