Author:
Lagreca Domenico,Federica Carpagnano Lucia,Benvenuto Marco
Abstract
Il miglioramento della sicurezza e della protezione dei pazienti dalle minacce sanitarie sono obiettivi fondamentali della politica sanitaria dello Stato e della Unione Europea. Il perseguire la sicurezza, intesa come "dimensione della qualità dell'assistenza sanitaria, che garantisce, attraverso l'identificazione, l'analisi e la gestione dei rischi e degli incidenti possibili per i pazienti, la progettazione e l'implementazione di sistemi operativi e processi che minimizzano la probabilità di errore, i rischi potenziali e i conseguenti possibili danni ai pazienti" (Ministero della Salute, 2007), impone lo sviluppo delle capacità e delle competenze necessarie per gestire e realizzare modifiche di comportamento e quindi modifiche del sistema. Tanto, anche in ragione degli approvandi disposti normativi in materia di risk management che, al netto della loro stesura finale, prevedono un forte intervento di tipo culturale per la formazione sulla prevenzione dei rischi, rafforzando il concetto di sicurezza dei pazienti e quindi di qualità dell'assistenza, in ossequio a quanto già raccomandato dall'Organizzazione Mondiale della Sanità (WHO, 2006) e dall'Unione europea (Consiglio UE, 2009). In particolare, è auspicato che le attività di gestione del rischio clinico siano incardinate nell'ambito dei sistemi di gestione della sicurezza e qualità, così come avviene in tutte le organizzazioni a elevata complessità nel mondo. Il coordinamento delle precipue funzioni, poi, dovrebbe essere distinto in due ambiti, il primo dei quali inerente le attività cliniche di analisi e anticipazione degli eventi avversi, da porre in capo a operatori sanitari esperti sia nel proprio ambito specialistico che nell'analisi sistemica (clinical risk manager); il secondo, di contro, relativo alle attività di monitoraggio e valutazione della sicurezza e dell'appropriatezza, attribuite a professionisti di area psico-sociale e politecnica (patient safety manager). Orbene, se nel primo contesto appare ben acclarato il profilo delle capacità e delle competenze richieste per svolgere la funzione operativa di clinical risk manager, la figura del patient safety manager quale responsabile di attività di sicuro taglio manageriale, è ben lungi dall'essere definita sia in termini di capacità, che di competenze necessarie, nonché di percorsi formativi specifici. In prima battuta, questo lavoro si propone di delineare, attingendo dalla letteratura scientifica, dai documenti di politica sanitaria, piuttosto che dall'analisi dell'implementazione di particolari modelli organizzativi posti già in essere in specifiche realtà aziendali di sanità pubblica, il framework entro cui sviluppare la definizione del patient safety manager, determinandone la sua fisionomia e il necessario percorso formativo, prendendo le mosse dai principi del Curriculum dell'OMS per la sicurezza delle cure (WHO, 2009). Successivamente, si opererà una revisione sistematica della letteratura scientifica, al fine di confrontare il profilo come determinato del patient safety manager, con gli attuali modelli di formazione in ambito sanitario, relativamente alla gestione della sicurezza del paziente, sì da determinarne la sua sostanziale applicazione, ovvero individuare le aree di criticità che ne impediscono una efficace implementazione.
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